Legge e giustizia: giovedì 18 aprile 2024

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IN NOME DEL POPOLO ITALIANO - Attualità degli articoli 1 e 101 della Costituzione.

Migliaia di sentenze sono pronunciate ogni giorno, nelle aule giudiziarie, "in nome del popolo italiano", a conclusione di processi civili, penali e amministrativi. Lo vuole l'articolo 101 della Costituzione: "La giustizia è amministrata in nome del popolo. I giudici sono soggetti soltanto alla legge". Una precisazione che i padri costituenti ritennero necessaria, perché in precedenza le sentenze erano pronunciate "in nome del re imperatore" e i giudici erano soggetti al regime fascista. Che oggi il popolo delle sentenze scenda in piazza, come a Roma con il girotondo intorno al Palazzaccio e a Milano nel raduno al Palavobis, per difendere la corretta amministrazione della giustizia e con essa il sistema democratico è, al di là di ogni tentazione retorica, un fatto storico che esprime il grave disagio determinatosi nel nostro paese per il disinvolto esercizio dei poteri legislativo ed esecutivo nell'interesse personale del signor Silvio Berlusconi. Anche nell'esercizio del potere legislativo possono verificarsi abusi: ce lo ha detto più volte la Corte Costituzionale pronunciandosi sulle cosiddette leggi interpretative, dirette a modificare, in corsa, le regole del gioco. Negli ultimi tempi è avvenuto di peggio, perché le leggi sono state modificate, senza pudore, per tutelare interessi particolari. Ciò è potuto accadere anche perché, come hanno detto Giovanni Sartori e Dario Fo, la garanzia ultima, quella affidata al presidente della Repubblica, non ha funzionato e perché i dirigenti dell'opposizione, come ha affermato Nanni Moretti, non sono idonei al loro ruolo. Ma nella Costituzione c'è anche scritto, all'art. 1, che "la sovranità appartiene al popolo".


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