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Legge e giustizia: giovedì 28 marzo 2024
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LE REAZIONI ALLA ORDINANZA SUL CROCIFISSO DI OFENA DIMOSTRANO UN GRAVE ARRETRAMENTO DELLA CULTURA DELLO STATO DI DIRITTO – NEGLI STATI UNITI E' STATO RIMOSSO DA UN PALAZZO DI GIUSTIZIA IL MONUMENTO AI DIECI COMANDAMENTI - Date a Cesare .....
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I commenti accorati o indignati di alcuni personaggi pubblici - tra i quali dispiace annoverare il Presidente Ciampi - sulla decisione del Tribunale di L'Aquila che ha ritenuto contraria alla libertà di religione l'esposizione del Crocifisso in una scuola pubblica indicano quanto si sia indebolita nel nostro Paese la già gracile cultura dello stato di diritto. Ciò che ha ferito la sensibilità di molti è in realtà il fatto - del tutto normale in un Paese civile - che l'esposizione del Crocifisso possa essere messa in discussione davanti a un Tribunale. Così il Nazareno è stato ridotto a un tabù e si è persa un'occasione di civile dibattito sul suo insegnamento: date a Cesare ..... Una menzione a parte merita, per la sua portata intimidatoria, l'ispezione disposta dal ministro Castelli, ennesimo attentato all'indipendenza della Magistratura. Tanto scalpore non vi fu quando la Corte Costituzionale rimosse Dio dalla formula del giuramento prevista dai nostri codici per i testimoni (sentenza n. 149 del 5 maggio 1995) per la buona ragione che in un Paese democratico non si può chiedere a un ateo di impegnarsi davanti al Signore.
Negli Stati Uniti una Corte Federale ha disposto la rimozione dal Palazzo di Giustizia di una statua dedicata ai Dieci Comandamenti, in quanto ha ritenuto che la sua presenza contrasti con il principio costituzionale della separazione fra Stato e Chiesa. Il "Chief Justice" dell'Alabama Roy Moore ha impugnato questa decisione davanti alla Corte Suprema sostenendo che i Comandamenti divini sono la base della comune moralità essenziale per una società civile. La Corte Suprema con decisione del 3 novembre 2003 ha dichiarato il ricorso irricevibile.
Nessun personaggio pubblico americano si è stracciato le vesti.
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