Legge e giustizia: sabato 27 aprile 2024

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LA REAZIONE DEL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA, IN DIFESA DELL'AUTONOMIA DEI GIUDICI, PECCA DI TARDIVITĄ E NON INDIVIDUA IL PRINCIPALE RESPONSABILE DEGLI ATTACCHI DESTABILIZZANTI - Taormina si è attenuto, con eccesso di zelo, alla linea tracciata al presidente del Consiglio.

La risoluzione del Consiglio Superiore della Magistratura, approvata martedì scorso in difesa dell'autonomia del sistema giudiziario, è stata interpretata dagli organi di informazione come reazione agli attacchi del sottosegretario Taormina, anche se nel documento si fa riferimento a manifestazioni di radicale insofferenza normativa da parte di "soggetti investiti di responsabilità istituzionali", e quindi, anche a chi ha preceduto Taormina negli attacchi alla magistratura. Tra i predecessori del sottosegretario un ruolo di spicco è stato svolto dal ministro Castelli, che ha minacciato l'invio di ispettori in caso di "stravolgimento" della legge sulle rogatorie e soprattutto dal presidente del Consiglio che ha rivolto pesanti censure ai magistrati milanesi, tacciandoli di faziosità e definendoli pericolosi guerriglieri dopo che la Suprema Corte, con un'inquietante motivazione, ha escluso la sua corresponsabilità nelle operazioni di corruzione, attuate per il gruppo Fininvest, delle quali il fratello Paolo si è dichiarato unico autore.

Taormina, come egli stesso ha detto, si è attenuto alla linea tracciata dal presidente del Consiglio, distinguendosi, se mai, per eccesso di zelo.

Avere atteso, per reagire, le intemperanze di Taormina, è stato, per il Consiglio Superiore della Magistratura, un errore, che la stessa risoluzione cerca di giustificare, riferendosi alla volontà di non alimentare il clima di tensione intorno alla giustizia.

Qui non si tratta di tensione, ma di un attacco alla democrazia, che si fonda sul principio dell'eguaglianza davanti alla legge. L'indipendenza della magistratura non è un appannaggio della corporazione, ma la garanzia che quel principio sia effettivamente applicato e rispettato.

Il CSM avrebbe dovuto muoversi prima, in modo da non lasciare dubbi sulla primaria responsabilità del presidente del Consiglio nell'azione di destabilizzazione delle istituzioni.

Pubblichiamo nella sezione Documenti il testo integrale del documento approvato dal CSM.


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