Legge e giustizia: giovedì 25 aprile 2024

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RICHIAMO DEL PRESIDENTE CIAMPI AL RIGORE NELLA VALUTAZIONE DELLA PRODUTTIVITÀ DEI MAGISTRATI E NEI GIUDIZI SULLA LORO IDONEITÀ ALLE FUNZIONI SUPERIORI - Auspicato un ruolo più incisivo dei capi degli uffici - Ma all'efficienza devono accompagnarsi garanzie di democrazia e di trasparenza, anche mediante il riconoscimento di un ruolo di controllo agli utenti del servizio.

L'aggettivo "rigoroso" è stato usato dal Presidente della Repubblica - nell'intervento svolto il 5 marzo 2001 davanti al Consiglio Superiore della Magistratura - con riferimento a due temi: la produttività dei magistrati e il loro passaggio a funzioni superiori.

La cultura dell'amministrazione della giustizia - ha detto il Presidente Ciampi - deve essere ispirata al criterio della rigorosa valutazione della produttività dei singoli magistrati e questo risultato deve essere perseguito mediante l'affermazione di una nuova concezione delle funzioni dei capi degli uffici. Pur riconoscendo la necessità di tutelare dai pericoli di interferenza l'autonomo svolgimento della funzione giurisdizionale da parte dei singoli magistrati, il Capo dello Stato ha auspicato che nell'amministrazione della giustizia si applichi anche il criterio dell'efficienza e che, a tal fine, i capi degli uffici si riapproprino delle funzioni di direzione e coordinamento per tutto ciò che si riferisce alla puntualità degli adempimenti processuali, a criteri tecnico materiali di redazione delle sentenze e in genere dei provvedimenti, all'osservanza dei termini stabiliti dalla legge per il deposito delle decisioni, alla segnalazione di inadempienze.

Del passaggio alle funzioni superiori il Presidente Ciampi si è occupato trattando il tema della formazione dei magistrati, auspicando che questa sia perseguita non solo nella fase iniziale della carriera ma anche lungo l'intero arco della vita professionale del magistrato. Completamento necessario della formazione - ha detto Ciampi - è una disciplina più rigorosa del passaggio dei magistrati a funzioni superiori, a cominciare dalle procedure che in questo campo regolano l'attività dei consigli giudiziari: ogni promozione - ha precisato il Presidente - deve essere il risultato di una seria e approfondita valutazione delle qualità morali, professionali e culturali del magistrato da scrutinare e non configurarsi mai come una sorta di "atto dovuto", sulla base di puri e semplici riscontri anagrafici o di anzianità ovvero di semplice assenza di motivi di demerito.

Gli obiettivi indicati dal Presidente - produttività, efficienza, formazione, selezione - sono certamente condivisibili. Non basta aumentare gli organici e potenziare gli uffici se non si provvede anche ad una migliore gestione delle risorse disponibili.

Sui rimedi indicati dal Capo dello Stato è invece lecita qualche riserva, in quanto i soggetti sui quali egli fa affidamento per la realizzazione degli obiettivi indicati - capi degli uffici e consigli giudiziari - non possono presumersi idonei al ruolo loro affidato, ove non si provveda ad un adeguato sistema di bilanciamenti e controlli. A tal fine dovrebbe riconoscersi una qualche partecipazione agli utenti del servizio giudiziario, riconoscendo, a loro organismi rappresentativi, il diritto di essere compiutamente informati sul funzionamento degli uffici e sui criteri applicati nella gestione della loro attività e la possibilità di esprimere pareri, da tenersi nella debita considerazione.

La partecipazione degli utenti sarebbe garanzia di democrazia e trasparenza, oltreché di efficienza.

Pubblichiamo il testo integrale dell'intervento del Presidente Ciampi nella sezione Documenti.


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