Legge e giustizia: venerd́ 19 aprile 2024

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LEGITTIMI GLI INCONTRI FRA MAGISTRATI PER LO STUDIO DELLA NUOVA LEGGE SULLE ROGATORIE INTERNAZIONALI - La risposta del Consiglio Superiore della Magistratura alla mozione approvata dal Senato sulla questione Giustizia.

Nella mozione sulla questione Giustizia approvata dal Senato il 5 dicembre 2001 si è affermato, tra l'altro, con riferimento all'applicazione della recente legge sulle rogatorie internazionali che "si sono svolte riunioni di magistrati e, cosa ancor più grave, di magistrati della magistratura giudicante con quelli della magistratura inquirente e requirente, finalizzate a cercare mezzi e modi per disapplicare una legge dello Stato, e che a tale risultato si è pervenuti appellandosi a una non dimostrata e non dimostrabile prevalenza di asseriti princìpi e convenzioni di diritto internazionale sul diritto nazionale e sovvertendo così la gerarchia delle fonti stabilita dalla Costituzione e dalla legge e sostituendosi così di fatto e di diritto al legislatore."

Il Consiglio Superiore della Magistratura ha reagito approvando, nella seduta plenaria del 12 dicembre 2001 una risoluzione di cui pubblichiamo il testo integrale:

 

"Il Consiglio Superiore della Magistratura

Premesso

che nella mozione approvata dal Senato della Repubblica il 5 dicembre 2001, si fa riferimento a riunioni di magistrati intese a individuare mezzi e metodi per la disapplicazione di una legge dello Stato;

che il Consiglio Superiore della Magistratura ha il dovere istituzionale di verificare la fondatezza di simili denunce, soprattutto allorché provengano da autorevoli organi istituzionali, e che a tale compito può assolvere tanto più puntualmente quanto più specifici e determinati siano i fatti oggetto di doglianza;

che nello "spirito di collaborazione istituzionale", il Consiglio Superiore della Magistratura intende fornire il proprio apporto in vista della realizzazione di una giurisdizione efficace e rispettosa dei principi costituzionali;

che allo stato, peraltro, il C.S.M. ha notizia soltanto di incontri di studio inseriti nel quadro delle iniziative di formazione decentrata dei magistrati promosse dallo stesso Consiglio, e realizzati in diversi distretti giudiziari nell'ambito di un più generale ciclo di incontri dedicati alle nuove normative (riforma dell'art. 111 della Costituzione, disciplina delle misure cautelari, indagini difensive, responsabilità delle persone giuridiche, collaboratori di giustizia, rogatorie internazionali);

che spetta al C.S.M. curare l'attività di formazione e aggiornamento dei magistrati, mediante una molteplice serie di iniziative (incontri di studi, laboratori, seminari, scambi di informazioni su orientamenti giurisprudenziali) allo scopi di accrescerne la professionalità;

che tali iniziative - sempre più frequentemente aperte alla partecipazione di soggetti estranei all'ordine giudiziario - sono finalizzate a favorire l'approfondimento e lo studio delle questioni giuridiche, nella dialettica delle idee, e non possono essere in alcun modo considerate una impropria sede per inammissibili tentativi di omologazione giurisprudenziale;

Tutto ciò premesso

Riafferma che l'attività di formazione professionale promossa dal C.S.M. a livello centrale e decentrato, nel pieno rispetto del pluralismo culturale, rappresenta uno strumento essenziale per l'accrescimento della professionalità della magistratura e, come tale, è impegno istituzionale di prima importanza;

sottolinea che detta attività, proprio in ragione della richiamata rilevanza, va salvaguardata e difesa nell'interesse della giurisdizione;

ribadisce che continuerà a svolgere la sua funzione di controllo della corretta amministrazione della giurisdizione anche provvedendo a valutare i comportamenti dei magistrati portati alla sua attenzione;

auspica che, su temi così delicati, prevalga lo spirito di serena dialettica istituzionale, ancora di recente raccomandato dal Presidente della Repubblica, apprezzando il solenne riconoscimento, contenuto nella mozione del Senato, laddove è scritto che "la magistratura italiana merita rispetto e riconoscenza per l'impegno strenuo giunto a volte fino all'eroismo ed al sacrificio della vita che profonde con coraggio e determinazione contro le mafie, il terrorismo e tutte le altre forme di criminalità che insidiano ed opprimono il nostro Paese".


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