Legge e giustizia: giovedì 25 aprile 2024

Pubblicato in : Lavoro, In flash

CONTESTAZIONE DELLA LEGITTIMITÀ DI UN LICENZIAMENTO PER RIDUZIONE DI PERSONALE - Comporta per il datore di lavoro l'obbligo di dimostrare il rispetto della procedura di legge e l'esistenza di un nesso di causalità con il ridimensionamento dell'azienda (Cassazione Sezione Lavoro n. 13346 del 29 novembre 1999, Pres. De Tommaso, Rel. Filadoro).

Ai fini della determinazione dell’ambito di attuazione del licenziamento collettivo per riduzione del personale e ai fini dell’individuazione dei licenziandi, in linea di principio deve tenersi conto di tutti i lavoratori dell’azienda (salvo che questa risulti ripartita in singole unità produttive), in modo da comparare tra di loro le posizioni di lavoratori di analoga professionalità e di similare livello. Tuttavia, quando le parti abbiano concordato a livello sindacale di attribuire un peso predominante alle esigenze tecnico-produttive, ai fini della scelta del personale da collocare in mobilità, ai sensi della legge n. 223 del 1991, è solo a queste (e non agli altri criteri stabiliti dalla legge) che deve farsi riferimento per determinare l’ambito di valutazione delle varie posizioni dei lavoratori. Tale principio si applica anche nella particolare ipotesi in cui i compiti già attribuiti al lavoratore licenziato siano frazionati e distribuiti tra più dipendenti (e svolti durante l’orario normale o straordinario di lavoro). In ogni caso, ai fini della legittimità del licenziamento collettivo, deve escludersi che il datore di lavoro debba dimostrare non solo di aver seguito la procedura di legge e che esistesse un nesso di causalità tra il ridimensionamento ed il licenziamento stesso, ma anche che non vi fosse in concreto alcuna possibilità di collocamento dei lavoratori in altre mansioni compatibili in azienda.


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