Legge e giustizia: giovedì 25 aprile 2024

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LE LETTERE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA E DEL MINISTRO GUARDASIGILLI IN MERITO ALLE DISFUNZIONI DELLA GIUSTIZIA DEL LAVORO A ROMA - E le repliche degli avvocati. Pubblichiamo le risposte della Presidenza della Repubblica e del Guardasigilli alle sollecitazioni dell’Associazione Avvocati del Lavoro per l’eliminazione delle disfunzioni dell’amministrazione giudiziaria nella Capitale. Seguono le repliche dell’Associazione.

Lettera del Consigliere del Presidente della Repubblica per gli Affari Giuridici e le Relazioni Istituzionali al segretario dell’Associazione Avvocati del Lavoro

Roma, 17 giugno 1999

Egregio Avvocato, il Presidente della Repubblica ha ricevuto la Sua lettera, con allegati, riguardante la disfunzioni dell'amministrazione della giustizia a Roma nel settore lavoro. Egli ha preso atto delle doglianze da Lei espresse e documentate, alle quali non si può certo negare fondamento, ma anche, d'altro canto, delle argomentazioni del Presidente Vela, il quale pone l'accento sull'ampiezza del problema, che trascende lo specifico settore giuslavoristico per investire, come purtroppo ben sappiamo, l'intera amministrazione della giustizia, specialmente nelle grandi sedi. I problemi organizzativi della giustizia italiana, infatti, coinvolgono questioni molteplici e diverse la cui soluzione non può essere agevolmente rinvenuta in interventi di pura emergenza. Ciò non toglie che la situazione da Lei denunciata sia obiettivamente drammatica: nello spirito del discorso pronunziato in occasione della prima seduta del C.S.M. da lui presieduta, il Capo dello Stato non ha mancato, pertanto, di segnalare la Sua lettera al Vice Presidente prof. Verde, per le valutazioni di competenza dell'organo di autogoverno della magistratura.

Con i migliori saluti

Salvatore Sechi

 

Replica dell’Associazione Avvocati del Lavoro al Consigliere del Presidente della Repubblica per gli Affari Giuridici e le Relazioni Istituzionali

Roma, 21 giugno 1999

Signor Consigliere, ho ricevuto la Sua lettera del 17 giugno u.s. prot. n. 6923-UG con la quale Ella mi ha comunicato l’interessamento del Capo dello Stato per la grave situazione della giustizia del lavoro a Roma. Di ciò ho informato i componenti di questa Associazione. A completamento della documentazione già inviataLe, Le accludo copia di un decreto della Pretura di Milano con il quale l’udienza di prima comparizione, per un ricorso depositato il 23 dicembre 1998, è stata fissata al 19 marzo 1999, vale a dire con sostanziale rispetto dei tempi previsti dal legislatore. Questo documento deve indurre ad una riflessione sulla giustificazione addotta dal Presidente Vela per le disfunzioni della giustizia nella Capitale, con riferimento ad una generale situazione di crisi dell’amministrazione giudiziaria nel Paese. In verità posso assicurarLe che negli uffici in cui, come a Milano, le risorse di personale e di mezzi sono adeguatamente ripartite e gestite, le abnormità segnalate a Roma non si verificano. Ritengo perciò che - in attesa di più ampi interventi - l’approccio ai problemi della giustizia debba essere diretto a risolvere caso per caso le situazioni più gravi, accertando se qualcosa possa esser fatto con i mezzi disponibili. Le generalizzazioni tendono a perpetuare situazioni che, se sottoposte a concreta e tempestiva verifica, potrebbero rivelarsi, almeno in parte, rimediabili. In materia, il Consiglio Superiore della Magistratura potrebbe dare un segnale di novità, promuovendo un sereno confronto tra gli interessati: non solo magistrati e avvocati, ma anche rappresentanze di utenti del servizio. Ad una simile iniziativa la nostra Associazione si dichiara pronta a collaborare.

Con i migliori saluti

Associazione Avvocati del Lavoro

Il Segretario

(Avv. Domenico d’Amati)

Lettera del Ministro di Grazia e Giustizia al segretario dell’Associazione Avvocati del Lavoro

Roma, 14 giugno 1999

Egregio Avv. D'Amati,

concordo pienamente con Lei circa la gravità della situazione in cui versa la giustizia del lavoro. Ho avuto, io stesso, modo di esplicitare pubblicamente questo giudizio, nonché la mia particolare preoccupazione al riguardo. Contemporaneamente, però, ho tenuto a chiarire la precisa intenzione di rinforzare complessivamente il servizio giustizia con 1000 nuovi magistrati di cui ben 400 dovranno necessariamente essere destinati ai processi del lavoro. Certo sarebbe di gran lunga preferibile che i nuovi giudici fossero già operativi, mentre, purtroppo, ci sarà ancora da attendere. Spero non moltissimo o, quanto meno, voglio assicurare il mio tenace, inequivocabile impegno in tale direzione.

Un cordiale saluto

Oliviero Diliberto

 

Replica dell’Associazione Avvocati del Lavoro al Ministro di Grazia e Giustizia

Roma, 21 giugno 1999

Signor Ministro,

ho ricevuto la Sua lettera del 14 giugno u.s. prot. n. 3836/4-99 con la quale mi ha confermato il Suo interessamento per l’eliminazione delle disfunzioni della giustizia del lavoro. Di ciò ho informato i componenti di questa Associazione. A completamento della documentazione già inviataLe, Le accludo copia di un decreto della Pretura di Milano con il quale l’udienza di prima comparizione, per un ricorso depositato il 23 dicembre 1998, è stata fissata al 19 marzo 1999, vale a dire con sostanziale rispetto dei tempi previsti dal legislatore. Questo documento deve indurre ad una riflessione sulla giustificazione addotta dal Presidente Vela per le disfunzioni della giustizia nella Capitale, con riferimento ad una generale situazione di crisi dell’amministrazione giudiziaria nel Paese. In verità posso assicurarLe che negli uffici in cui, come a Milano, le risorse di personale e di mezzi sono adeguatamente ripartite e gestite, le abnormità segnalate a Roma non si verificano. Ritengo perciò che - in attesa di più ampi interventi - l’approccio ai problemi della giustizia debba essere diretto a risolvere caso per caso le situazioni più gravi, accertando se qualcosa possa esser fatto con i mezzi disponibili. Le generalizzazioni tendono a perpetuare situazioni che, se sottoposte a concreta e tempestiva verifica, potrebbero rivelarsi, almeno in parte, rimediabili. In materia, il Suo Ministero potrebbe dare un segnale di novità, promuovendo un sereno confronto tra gli interessati: non solo magistrati e avvocati, ma anche rappresentanze di utenti del servizio. Ad una simile iniziativa la nostra Associazione si dichiara pronta a collaborare.

Con i migliori saluti

Associazione Avvocati del Lavoro

Il Segretario

(Avv. Domenico d’Amati)


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